La Chiesa
La chiesa si affaccia sul piccolo piazzale dove trova posto la fontana con la statua bronzea raffigurante S. Pasquale Baylon, del 1662. Presenta una semplice facciata a salienti con un portale sormontato da un’edicola contenente un piccolo affresco rappresentante Santa Maria Occorrevole. L’interno basilicale a tre navate divise da pilastri quadrangolari con archi leggermente acuti, presenta nel catino absidale una serie di affreschi. Questi, per il loro carattere stilistico, sono tra le opere più significative del Quattrocento campano, riconducibili al pittore Ferrante Maglione o comunque alla sua cerchia. Al centro, nella parte inferiore del ciclo, sta l’immagine di Santa Maria Occorrevole, raffigurata secondo l’iconografia della Vergine orante, la madre che prega e che intercede per i figli con le braccia protese ad accoglierli, facendo da mediatrice tra il cielo e la terra, grazie alla misericordia concessa agli uomini dal grande sacrificio del figlio. Intorno, in finte cornici mosaicate, ci sono altri otto santi: da sinistra San Filippo, Santa Elena, la Madonna del Latte, Santa Caterina d’Alessandria, Santa Maria Maddalena, la Madonna del Giglio, San Giacomo Minore e la Madonna del Melograno. In alto, in corrispondenza con la Vergine Orante, è raffigurato Cristo Pantocrator nella mandorla sostenuta da tre angeli in volo per lato. Nell’unica nicchia della navata di destra è collocata la scultura che raffigura San Giovan Giuseppe della Croce. Nelle nicchie della navata di sinistra si trovano, entrando, la recente statua del Beato Modestino, San Francesco d’Assisi e San Pasquale Baylon. Queste ultime due e quella di San Giovan Giuseppe sono state eseguite probabilmente dopo la seconda metà del Settecento. Presentano, infatti, i caratteri tipici della statuaria lignea di ambito napoletano, rintracciabili nelle forme plasticamente definite, e nei motivi di eleganza e sinuosità delle linee dei panneggi larghi e mossi. Secondo quanto riferisce p. Antonio Chiacchio, definitore provinciale, nella pubblicazione fatta in occasione del quinto centenario della scoperta degli affreschi dell’abside (1936), al soffitto a capriate lignee nel XVIII sec. fu applicata una tela «decorata dal medesimo artista decoratore delle sale dei duchi di Laurenzana, di stile barocco, […]. Infatti le fughe di colonne che erano dipinte si conformavano a quelle delle sale del grande palazzo ducale di Piedimonte». Questa tela, come le altre decorazione barocche che erano state eseguite per adeguare l’edificio sacro allo stile corrente, furono eliminate con il restauro del 1934 che riportò l’ambiente alla semplicità originaria. Sul lato destro della chiesa si trova la parte del convento più recente, edificata dagli Alcantarini, i quali, tra il 1674 fino al 1680, vollero realizzare una nuova struttura di ricovero più umile e severa, giudicando la precedente non confacente allo spirito di semplicità e povertà caratterizzante la Regola francescana.